Quale violino suonano gli artisti di oggi?

I violini degli artisti famosi

Il mondo della musica classica si trova spesso a fare i conti con il panorama moderno e, sebbene le sfumature relative ai generi e alle modalità di esecuzione siano infinite, e si declinino nella personalità e nello stile di ciascun artista, il contrasto riguarda soprattutto gli strumenti tradizionali e quelli odierni, che stanno vedendo le luci della ribalta, forti dei progressi della tecnologia che sono approdati anche in campo artistico. Questo confronto è particolarmente acceso per quanto concerne i violini. Tuttavia il fascino dello strumento antico e la maestria dei liutai continua a esercitare il suo fascino e a dimostrare di essere in grado di tenere testa anche ai violini di ultima generazione più sofisticati, rimanendo incredibilmente competitivi sul palco, per quanto concerne la qualità del suono.

Lo dimostrano le scelte dei violinisti moderni più celebri, come vedremo di seguito.

Quale violino suona David Garrett: le note rock della musica classica

Se parliamo di violinisti moderni, non possiamo non pensare a David Garrett, che rappresenta una vera icona del crossover. Famoso per essere riuscito a fondere in modo armonioso la tradizione classica con le tendenze rock, Garrett è emerso grazie alla sua capacità di far dialogare questi due estremi apparentemente opposti, dimostrandosi un musicista di grande livello.

È soprattutto il suo repertorio di musica rock che si adatta perfettamente all’orchestra che lo ha portato in auge e lo ha fatto conoscere e apprezzare dalla critica, in particolare i suoi assi nella manica sono delle cover in cui il violino prende il posto della chitarra o addirittura del cantato. Allo stesso modo, molti brani classici sono stati rivisitati in chiave rock da Garrett, che li ha eseguiti con l’accompagnamento di chitarra e batteria.

Nelle sue esibizioni, l’artista di origini tedesche si affida principalmente a uno Stradivari e a un Vuillaume, ma possiede anche un Guarneri del Gesù e un Santo Serafino. Proprio lo Stradivari detto San Lorenzo, fabbricato nel 1718, fu protagonista di uno spiacevole e clamoroso episodio che lo rese ancor più famoso. Si tratta di uno strumento dal valore inestimabile, pari a diverse decine di milioni di euro, motivo per cui Garrett gli dedicava moltissime cure, conservandolo come un vero tesoro. Fino a un recital tenutosi nel 2008, dopo il quale, uscendo di scena, il violinista inciampò, e cadde proprio sopra il suo prezioso violino dalla veneranda età di quasi 300 anni, opera eccelsa del famoso liutaio cremonese Antonio Stradivari. Lo strumento è stato sottoposto a un lungo e meticoloso lavoro di riparazione durato 8 mesi.

Quale violino suona Hilary Hahn: il forte legame con il prestigio della tradizione

Cambiando completamente genere, troviamo l’artista statunitense Hilary Hahn, vincitrice di svariati premi tra cui ben 3 Grammy, e universalmente ritenuta una vera virtuosa del violino, al quale ha dedicato tutta la sua vita fin da molto piccola.

Il fidato compagno della sua carriera è una copia del Cannone di Paganini, fabbricato nel 1864 dal liutaio francese Jean-Baptiste Vuillaume, e precedentemente appartenuto a un violinista russo amico del primo insegnante della Hahn.

Lo strumento di questa celebre violinista è ispirato fedelmente a un violino che era il preferito di Nicolò Paganini, dal quale prende il nome, fabbricato a Cremona da Giuseppe Guarneri del Gesù, nel 1743. Fu detto il Cannone proprio per la potenza e pienezza del suo suono, che venne portata alla sua massima espressione da Paganini, che riferendosi al suo strumento lo definì “il mio cannone violino”.

Paganini lo ricevette in dono da un ammiratore nel 1802, e da subito trovò una sintonia incredibile con il suo strumento, che divenne il canale per trasmettere al pubblico tutta la tensione emotiva durante ogni esibizione. Come si usava all’epoca, Paganini lo suonava senza appoggiarsi alla mentoniera, ma direttamente sull’estremità della tavola armonica. Infatti, in prossimità di questo unto, sono ancora visibili i segni dell’usura. Alla sua morte, il violinista lasciò il suo prezioso strumento in custodia perpetua alla sua città natale, e ancora oggi il Cannone è conservato a Genova, eccetto rare occasioni in cui è consentito a violinisti particolarmente meritevoli di suonarlo. Viene regolarmente sottoposto ad attente ispezioni e controlli per verificarne il perfetto stato, e sono solo i giovani talentuosi vincitori del concorso internazionale intitolato proprio a Paganini ad avere l’onore di potersi esibire con esso.

Il violino suonato da Giuseppe Gibboni: il gioiello ritrovato che nessuno si aspetta

il giovane violinista Giuseppe Gibboni, che ha trionfato nell’edizione numero 56 del Concorso Internazionale di violino. solitamente utilizza un violino Carlo Giuseppe Testore.

Molti esperti e appassionati di musica associano questo nome a strumenti costruiti in modo piuttosto rozzo e con una debole identità, impiegando legno piuttosto modesto e una vernice opaca, anonima, dal colore simile a quello del curry. Lo strumento prediletto da Gibboni costituisce invece un pezzo unico, frutto della maestria del maggiore dei Testore, che dedicò alla sua fabbricazione ben 30 anni (dal 1680 al 1710). Carlo Giuseppe è unanimemente considerato il migliore dei quattro costruttori che portano il suo cognome, tanto che spesso le sue creazioni vengono attribuite erroneamente a liutai più celebri, come il suo maestro Giovanni Grancino, e in effetti il violino di cui parliamo fu protagonista di una storia analoga, nel corso della quale si vide restituita la sua identità e la firma del suo vero produttore: durante un restauro avvenuto nel 1884, sotto l’etichetta che recava il nome del Grancino venne ritrovata quella originaria, che restituiva lo strumento alla paternità di Carlo Giuseppe Testore.

La tavola è di pino, e per la sua realizzazione è stato utilizzato un legno piuttosto grossolano con venature ben visibili, successivamente verniciato del tipico colore giallo brunastro, una tonalità piuttosto chiara.

Quale violino suona André Rieu: l’equilibrio tra classico e pop

André Rieu, oltre che essere un violinista di fama mondiale, è anche un direttore d’orchestra e un compositore, e buona parte della sua vita artistica è collegata alla Johann Strauss Orchestra, che istituì nel 1987. originariamente essa contava 12 membri, mentre oggi vi partecipano più di 40 artisti, che si esibiscono in Europa, in Nord America, in Australia e in Giappone e che vantano produzioni che si sono guadagnate disco d’oro e disco di platino.

Conosciuto come il Re del Valzer, lo stile di Rieu si colloca tra il classico, il romantico e il jazz, in un perfetto equilibrio. In effetti, nella sua sala di registrazione, egli si occupa di svariate sfumature di musica classica, che integra con pop, folk e colonne sonore destinate al mondo del cinema o ai musical teatrali. Le esibizioni del violinista e della sua orchestra sono caratterizzate da una forte vivacità in grado di coinvolgere facilmente il pubblico, anche coloro che appartengono a un mondo lontano da quello della musica classica.

Il violino con cui si esibisce Rieu è uno Stradivari del 1667, che probabilmente è anche il più antico strumento conosciuto di produzione del liutaio cremonese. L’artista è incredibilmente affezionato al suo strumento, ma ancora di più lo è alla sua orchestra, che rappresenta la sua famiglia, della quale si sente responsabile come un vero padre, al punto che ha dichiarato di essere disposto a qualsiasi sacrificio per assicurare un futuro ai ragazzi che ne fanno parte, perfino vendere il suo Stradivari.

Quale violino suona Uto Ughi: due anime di un artista

Chiudiamo con Uto Ughi, che suona principalmente con due strumenti: il primo è un violino Guarneri del Gesù del 1744, detto anche Cariplo. Questo strumento si distingue per il suo suono caldo e il timbro scuro, forse una delle migliori creazioni esistenti di questo costruttore. Il secondo strumento è uno Stradivari del 1701, chiamato Kreutzer, dal nome del suo antico proprietario, il celebre violinista al quale Beethoven dedicò la sonata.

La carriera di questo artista è davvero straordinaria, e la sua passione per la musica iniziò a esprimersi già dalla tenera età di 7 anni, quando per la prima volta si esibì in pubblico con pezzi di Bach e Paganini. All’età di 12 anni era già considerato degno compagno del suo maestro, e la critica gli rivolse parole davvero onorevoli, definendolo un concertista maturo, sia dal punto di vista artistico che da quello tecnico. La capacità espressiva e l’innata abilità di Ughi sono rapidamente cresciute durante le grandi tournée che organizzò sui palchi prestigiosi delle principali capitali europee, sui quali si esibì in numerosi concerti e recital. La sua ascesa fu inarrestabile e presto conquistò il panorama musicale a livello mondiale, suonando in tutto il globo ai principali eventi e Festival, insieme alle orchestre sinfoniche più importanti.

Oggi è considerato senza ombra di dubbio uno dei migliori e più talentuosi violinisti moderni, testimone illustre della tradizione italiana delle prime scuole violinistiche su cui ha basato le origini del suo successo. La musica per lui continua a determinare il ritmo della sua vita, ed è Ughi stesso ad affermare di approcciarsi al violino come un atleta si appresta costantemente, giorno dopo giorno, ad allenarsi per raggiungere i migliori risultati possibili.